✈️ Il futuro del Travel: quando e come torneremo a viaggiare

Nemmeno dopo l’11 Settembre le conseguenze sull’economia globale, e quella del travel in particolare, furono catastrofiche come quelle registrate questi ultimi 12 mesi.

Anche se si tornerà, prima o dopo, a viaggiare senza grossi patemi d’animo, farlo come prima forse non sarà più possibile.

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Ho provato ad analizzare alcuni scenari plausibili.

Più di 40 compagnie aeree hanno dichiarato bancarotta dall’inizio della pandemia e si è ormai perso il conto di tutte le strutture ricettive costrette a chiudere i battenti.

Il 2020 sarà ricordato come l’annus horribilis per tutto il comparto, con un calo del 56,4% del traffico aereo europeo, e che dovrebbe tornare ai livelli pre-Covid solo nel 2024 secondo le proiezioni di Eurocontrol:

Simile anche l’analisi di McKinsey, che identifica però cinque fattori chiave per la ripresa:

Attrattività delle destinazioni nazionali: Se ne parla da mesi: l’attrattiva delle destinazioni nazionali è un driver fondamentale per sostenere la ripresa dell’intera economia del turismo e soprattutto l’Italia ha tutte le carte in regola per recuperare le forze, vista la quantità e l’appeal delle sue destinazioni.

Dipendenza dal traffico aereo: La dipendenza dal traffico aereo purtroppo sarà ancora marcata, a causa delle preoccupazioni legate al diffondersi del virus e delle inevitabili riduzioni dell’offerta. Finché non si riprenderà il trasporto aereo, non potrà beneficiarne tutto l’indotto.

Fattori di salute e igiene: Gli standard sanitari dei paesi di destinazione e le polizze assicurative influenzeranno sempre più le decisioni dei consumatori in sede di pianificazione del viaggio.

Importanza dei viaggi d’affari: L’impatto sui viaggi d’affari sarà più pronunciato rispetto a quello sui segmenti leisure.

Sostenibilità: La consapevolezza del crescente impatto ambientale probabilmente influenzerà le scelte nel nuovo contesto.

Lo scenario più positivo previsto da McKinsey vedrebbe il virus contenuto in tempi relativamente brevi, e le economie in forte ripresa già dal 2021. Ciò consentirebbe una ripresa dell’85% dei volumi del 2019 entro il 2021, e un recupero completo entro il 2023. Lo scenario peggiore invece vedrebbe i livelli del 2021 al 60% di quelli del 2019, rimandando così ulteriormente la piena ripresa. Il report prevede anche che il turismo locale tornerà ai livelli precedenti circa uno o due anni prima rispetto a quello dei viaggi all’estero.

La crescita del turismo domestico si riprenderà anche grazie a minori restrizioni per i viaggi all’interno del paese, più opzioni per i trasporti non aerei e un aumento dei viaggi di lavoro (ma che con l’adozione massiva del remote work, presumibilmente non tornerà ai livelli precedenti).

Nonostante le ipotesi più o meno ottimistiche di McKinsey però, qualche timido segnale di ripresa c’è già: per esempio, le prenotazioni dei voli in partenza dall’Inghilterra sono in aumento del 300%, complici la buona gestione del piano vaccinale da parte del governo britannico, l’abbassamento della curva dei contagi e l’annunciata fine del lockdown, prevista per Maggio.

Trasporto Aereo

Il traffico aereo prima e dopo il Covid (Fonte: Flightradar)

Nonostante l’insider selling da parte degli executives delle aviolinee mondiali non faccia presagire nulla di buono, le compagnie aeree stanno continuando a cercare di soddisfare al meglio le esigenze dei propri viaggiatori: i processi di imbarco sono più rigorosi, con ulteriori misure di distanziamento e l’igienizzazione degli spazi e degli aeromobili è diventata una priorità. Le soluzioni a medio termine che si diffonderanno maggiormente negli aeroporti sono legate ad una sempre più accurata sanificazione delle superfici e degli effetti personali a seguito dei passeggeri (con nastri bagagli con disinfezione a raggi UV integrata), purificazione e filtraggio dell’aria e robot per pulizie autonomi.

Anche a bordo si implementano nuove procedure, come quelle previste per i voli covid tested. Dal sito Viaggiare Sicuri:

Sono considerati voli “Covid-tested” i voli per i quali l’imbarco ai passeggeri è consentito a seguito di obbligatorio test antigenico rapido eseguito prima dell’imbarco o a seguito di presentazione di certificazione attestante il risultato negativo di un test molecolare (RT- PCR) o antigenico, effettuato per mezzo di tampone, non oltre le 48 ore precedenti all’imbarco.

In via sperimentale, alle persone che intendono fare ingresso nel territorio nazionale con voli “Covid-tested”, operativi dagli aeroporti di Francoforte — Frankfurt am Main, Monaco di Baviera — Franz Josef Strauss; Atlanta — Hartsfield-Jackson, New York — John Fitzgerald Kennedy e Newark Liberty, con destinazione l’aeroporto internazionale Leonardo da Vinci di Fiumicino, è consentito l’ingresso e il transito nel territorio nazionale senza necessità, laddove previsto, di rispettare gli obblighi di sorveglianza sanitaria e di isolamento fiduciario previsti.

All’ingresso/rientro in Italia, presso l’Aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino, i passeggeri possono essere nuovamente sottoposti a test molecolare (RT PCR) o antigenico effettuato per mezzo di tampone. Da qualche settimana la fase test è stata attivata anche sui voli in partenza da Malpensa.

Le bolle di viaggio saranno sempre più la norma: una bolla è quando i paesi vicini decidono di aprire reciprocamente le frontiere, permettendo ai loro cittadini di viaggiare liberamente tra una nazione e l’altra. Per esempio nel nostro territorio, l’ingresso dai paesi della lista C (stilata dal Ministero degli Esteri), senza soggiorni o transiti in Paesi diversi nei 14 giorni antecedenti, è consentito senza necessità di motivazione, quindi anche per turismo, e senza obbligo di isolamento al rientro. E ad oggi, 26 Marzo, è comunque possibile recarsi all’estero per turismo anche partendo da aeroporti situati in zona rossa.

Comunque le novità più attese saranno i passaporti vaccinali come il Digital Green Certificate (proposto dalla Comunità Europea) o quello auspicato da alcune compagnie aeree, e che potrebbero rappresentare uno dei primi, veri, antefatti di ritorno alla normalità.

Ospitalità

Non se la passa meglio nemmeno l’industria dell’ospitalità, con i tassi di alloggio che nel 2020 hanno toccato i minimi storici. Una timida ripresa si è verificata quest’estate, con una ricerca di destinazioni più vicine a casa e la nascita di fenomeni come lo staycation.

L’hospitality del futuro potrebbe vedere la nascita di strutture members only, come il Chateau Marmont di Los Angeles, dove acquistando delle azioni della proprietà si può ottenere l’accesso e uso di una zona pranzo privata, un maggiordomo personale, così come il diritto di conservare gli effetti personali e prenotare soggiorni prolungati. Dopo quello californiano, il proprietario dell’hotel prevede di lanciare il modello di business anche in altre proprietà situate a Milano, Parigi, Tokyo, Londra e New York.

Una buona fetta di professionisti opterà, invece, per delle strutture dotate di connessioni ultra-veloci, scrivanie e zone relax potendo così continuare a lavorare da remoto alloggiando in zone di villeggiatura senza vincoli di affitto o proprietà. Una via di mezzo tra un AirBnB ed un coworking privato.

In tanti cercheranno posti isolati e poco frequentati per fuggire dall’incubo del virus e dagli assembramenti selvaggi, che uniscano contatto con la natura al giusto comfort; si pensi alle tendenze sempre più diffuse dei Glamping e delle Tiny House.

Come anche quella delle assicurazioni di viaggio: le garanzie dal punto di vista sanitario non rappresenteranno più un optional. L’online bank N26, ha recentemente stretto una partnership con Allianz Assistance per assicurare i propri clienti contro eventuali disguidi sanitari in viaggio e legati, in particolare, al Covid.

E in caso di cancellazione del volo si potranno richiedere rimborsi più velocemente utilizzando gli smart contracts. La startup Etherisc, ad esempio, offre un’assicurazione sul volo proprio grazie ai tokens digitali.

In un mondo post-COVID-19, sarà più importante che mai per i viaggiatori restare connessi ed informati durante il viaggio. Sono finiti i tempi in cui si potevano battere sentieri inesplorati, senza grosse preoccupazioni. D’altronde abbiamo già constatato come le situazioni sanitarie e le normative di ciascuno Stato possano cambiare rapidamente.

La scelta della viaggio non sarà più guidata solo dal prezzo, ma anche dalle norme e dai divieti del singolo paese di destinazione e dagli standard igienici della compagnia aerea e delle strutture ricettive.

I timori crescenti dei viaggiatori (Fonte: McKinsey)

Con una crescente incertezza dovuta alle informazioni contraddittorie diffuse online, i viaggiatori opteranno per la consulenza di agenzie specializzate: nel futuro prossimo, i viaggi saranno un po’ più complessi e i viaggiatori non avranno tempo, capacità o voglia di aggiornarsi continuamente sulle richieste sanitarie dei paesi stranieri, delle aviolinee o degli hotel. Il de profundis delle agenzie viaggi si può rimandare ancora di qualche anno, ma solo quelle più smart saranno in grado di resistere sul mercato.

E pure il turismo vaccinale potrebbe diventare un trend da tenere d’occhio, almeno nell’immediato. Lufthansa ha affermato di voler mettere a disposizione dei pacchetti comprensivi di volo per Mosca più vaccino Sputnik somministrato in aeroporto all’arrivo, mentre i più benestanti potrebbero acquistare dei soggiorni all inclusive a Dubai con inoculazione vaccino, grazie ad accordi stretti con la cinese Sinopharm.

La chiamano Revenge Travel: la voglia di tornare a viaggiare è sempre più alta (lo dice anche Google Trends), col diffondersi dei vaccini ci sarà anche una ripresa dei voli internazionali, ma le preferenze e i comportamenti dei viaggiatori ci raccontano di un crescente gradimento verso vacanze più coscienziose e sostenibili.

Prevedo comunque maggiori costi dovuti all’implementazione delle nuove procedure e applicazione delle normative sanitarie da parte di compagnie aeree e strutture ricettive, che ricadranno inevitabilmente sulle tasche dei clienti finali.

Insomma, non sarà più come prima: forse si viaggerà meglio, si viaggerà di meno ma, dal punto di vista della sostenibilità, potrebbe non essere una cosa del tutto negativa.

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