La pandemia di COVID-19 ha avuto un impatto devastante sugli artisti e tutto l’indotto. Non si contano gli eventi musicali, tra cui festival musicali, concerti e premiazioni cancellati o posticipati a data da destinarsi.
In attesa però di riprendere i primi tour e organizzare nuovamente grandi eventi, l’industria musicale ha iniziato a pensare fuori dagli schemi, per trovare nuove fonti di reddito e metodi alternativi per entrare in connessione coi propri fans.
Qualcosa, fortunatamente, si sta muovendo:
– i concerti in streaming saranno qui per restare, ma potremmo vedere più spesso concerti in presenza ma solo per “pochi intimi” grazie a progetti come Sofarsound;
– NFT e fan tokens rappresentano una soluzione rivoluzionaria per monetizzare i propri lavori, certificare e proteggere le proprie opere intellettuali e assicurare in modo automatico e tracciabile le royalties provenienti dai servizi di streaming;
– non solo NFT, anche la finanza decentralizzata aiuterà gli artisti a monetizzare con la propria musica.
– le piattaforme di membership rappresentano il futuro. Su Patreon ci sono più di 14 mila artisti e le donazioni a loro favore sono aumentate del 70% rispetto all’anno precedente. Eppure non è ancora abbastanza. Non per tutti quelli coinvolti almeno.
Fabrizio Pucci di MusicPromoter, blogger e promoter con esperienza decennale sul campo, offre una breve analisi sull’impatto della pandemia sull’industria musicale ed i probabili scenari futuri per gli artisti indipendenti.
Nuovi scenari
IFPI, l’organizzazione che rappresenta l’industria fonografica internazionale, ha pubblicato il 23 marzo i dati dell’annuale Global Music Report 2021. I ricavi complessivi sono stati 21,6 miliardi di dollari. La crescita, trainata dallo streaming, è connessa agli introiti provenienti dagli abbonamenti premium, aumentati del 18,5%. I ricavi derivati dallo streaming hanno riequilibrato il calo di altri formati.
Il segmento fisico ha perso il 4,7%, mentre i diritti connessi (esecuzioni live, utilizzo dei brani) sono diminuiti del 10,1%. In Italia, si è registrato un incremento dei consumi digitali con un’impennata degli abbonamenti streaming premium, i cui ricavi sono cresciuti del 29,77%, toccando quota 104 milioni di euro.
La pandemia ha riscritto (di nuovo) le regole dell’industria musicale. Ha costretto musicisti, cantanti, band e il loro team a percorrere nuove strade e a rimodellare l’architettura dei profitti all’interno dell’industria musicale. Si sono esplorate nuove strade rispetto a quelle che ormai erano date per assodate.
Le nuove strade hanno visto:
- Perseguire nuovi modelli di monetizzazione;
- Sperimentare nuove tecnologie;
- Trattare i media digitali autonomamente, non solo come un mezzo ma come fine.
Questi percorsi si basano su un concetto semplice ma ancora compreso e attuato da pochi, soprattutto in Italia: considerare i fan come parte integrante del processo di produzione artistica anche solo seguendo, con più attenzione, i comportamenti dei fan online.
Industria Musicale e Live Streaming
Nel 2020, l’industria musicale si è occupata del live streaming in tre fasi:
La prima fase, intorno alla metà di marzo, è stata disperata, correndo su piattaforme come Facebook, Instagram e YouTube. La corsa dei live online è stata un modo per colmare il vuoto lasciato dai tour annullati e dai festival cancellati. Presto si è capito il problema intrinseco di queste piattaforme: quello di non riuscire neanche ad avvicinare i guadagni dei concerti fisici.
La seconda fase, intorno a luglio, è stata pratica, con musicisti e piattaforme che hanno usato nuovi modelli di business, dal supporto economico in tempo reale ai biglietti a pagamento per i concerti online.
La terza fase abbraccia una mentalità ibrida fra le due precedenti che continua a spingersi verso nuove sperimentazioni.
Monetizzazione per i musicisti
Da Bandcamp a Shopify passando per Patreon, Resonate, Discord, Ampled, Twitch e OnlyFans, le piattaforme che facilitano la community e il commercio direct-to-fan hanno registrato crescite record.
Disillusi dal modello di streaming dominante, molti musicisti hanno perseguito canali di monetizzazione diretta. Hanno così un maggiore controllo sui dati dei fan e sui flussi dei guadagni. Il pubblico è diventato il focus su cui si è concentrata l’attenzione delle etichette e dei musicisti.
Non solo contenuti per adulti: anche la musica sbarca su OnlyFans, con la rapper statunitense Cardi B .
Da un lato, il diluvio di musica online e contenuti multimediali ha costretto artisti ed etichette a soddisfare i gusti e l’attenzione dei fan, rilasciando progetti in tempi brevi appoggiandosi ad esempio a TikTok per la distribuzione e la pubblicità. Dall’altro si sono creati dei luoghi di intrattenimento e condivisione più lenti.
Cosa offrono i musicisti ai fan?
È impossibile raccogliere in una newsletter tutte le strategie che i musicisti hanno attuato per farsi sostenere. Qui sotto ci sono nove esempi di musicisti emergenti e non che si stanno facendo sostenere tramite una delle piattaforme che ha riscosso più successo durante la pandemia: Patreon. Per ogni musicista trovi: numero dei fan che lo sostengono (se è pubblico), guadagno mensile che ricevono dai propri fan (se è dichiarato) e link al profilo.
Pomplamoose — 3.285 Sostenitori — €14,782
Creativi nelle offerte ai loro fan. Un’offerta interessante è stata quella di inserire il nome dei fan nei titoli di coda di ogni video musicale che hanno prodotto.
Mike Doughty– 1.150 Sostenitori
Pubblica almeno una nuova canzone a settimana per i suoi sostenitori.
Alex Wong — 212 Sostenitori
Offre ai suoi supporter l’ingresso gratuito e il pass per il backstage ovunque faccia un concerto.
Fra le altre offerte, crea dei video messaggi personalizzati per i suoi fan.
Amanda Palmer — 13.119 Sostenitori
Offre chat, concerti e discussioni dal vivo riservate solo ai fan.
CUCKOO — 823 Sostenitori
Dà ai propri fan la possibilità di accedere al processo di produzione artistica e di dire la loro.
Zola Jesus — 683 Sostenitori
Merchandising esclusivo disponibile solo per i fan della piattaforma.
Nathan — 134 Sostenitori — €656
Seminari e lezioni online riservate.
Kina Grannis — 1.554 Sostenitori
Videochiamate di compleanno, hangout online mensili, accesso alla chat della comunità.
I principali servizi di streaming
Intanto Apple Music, Spotify e Amazon Music continuano a competere per gli abbonati premium.
Stanno adottando un approccio sempre più multimediale allo sviluppo delle piattaforme, in particolare attraverso integrazioni audio/video, come ad esempio la collaborazione di Amazon Music con Twitch.
Questi servizi stanno affrontando un problema di pubbliche relazione proprio con i musicisti e i creatori. Queste piattaforme si preoccupano davvero della musica e dei musicisti o pensano solo al loro profitto? I DSP (Digital Service Provider) nel frattempo hanno focalizzato la loro attenzione sui podcast come un mezzo importante per la conquista di nuovi abbonati. Ma presto anche i podcaster capiranno di essere sfruttati dalle piattaforme come è successo per i musicisti e dovranno risolvere gli stessi problemi.
I dati, intanto, saranno una valuta sempre più preziosa. Poiché gran parte del settore dell’industria musicale continuerà a muoversi online, l’alfabetizzazione digitale sarà più importante che mai.
Alcuni tool che stanno aiutando a volgere lo sguardo verso questa direzione di musica data driven sono Chartmetric, Fortunes, Soundpanel o Revelator.
Dall’impronta digitale di un musicista, alla garanzia che le nuove uscite musicali e gli eventi in streaming raggiungano le persone giuste al momento giusto, saranno tutte informazioni fondamentali da conoscere per risollevare un mercato purtroppo ancora zoppicante.
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