🏠 Update sul work from home

Da quando avevo scritto questo articolo è passato qualche mese e il work from home è passato dall’essere una soluzione temporanea a parte integrante della nostra società. E l’articolo che ho trovato sulla newsletter di Gianvito Fanelli ha amplificato le mie elucubrazioni mentali.

L’idea che lavorare da casa ci restituisca più tempo personale (ad es. nessun tragitto giornaliero), ed aumenti la produttività (ad es. meno distrazioni), secondo il mio modestissimo avviso, deve essere contestualizzata meglio.

A me interessa marginalmente, ma sentendo amici e colleghi e come si è evoluta la quotidianità delle persone a me vicine negli ultimi mesi, non sembra che le persone abbiano recuperato molto tempo personale o stiano vivendo un’esperienza positiva che ti cambia la vita lavorando da casa. A questo aggiungiamo che le cose che puoi fare dopo il lavoro sono limitate e quantomeno ripetitive.

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Certo, qualcuno è tornato nella sua terra natia e si gode qualche sprazzo di sole e mare (o montagna) in più. Ma anche questo ad un costo: se è vero che da una parte non si pendola più, è anche vero che molti dedicano più ore al lavoro.

Il cambio di filosofie, abitudini, metodologie radicate negli anni è difficile, non è semplice strutturare ed organizzare una modalità di lavoro per lo più insolita e nemmeno i datori si sono adeguati efficacemente, ed utilizzano il pretesto di una condizione logisticamente più agiata per demandare sempre più scadenze ed incrementare la mole di lavoro.

Alcuni comunque preferiscono una diminuzione di stipendio e più scadenze, in cambio della possibilità di operare in una location alternativa alla propria abitazione, mentre altri prediligono invece una soluzione ibrida.

Lavorare in sede soltanto per pochi giorni a settimana infatti, raccoglie una certa approvazione tra i lavoratori secondo alcuni sondaggi. I risultati indicano che i dipendenti a casa finiscono per lavorare di più, perché presi dall’ansia e dalla paura di fornire prestazioni insufficienti, o semplicemente perché non hanno altro da fare.

Quindi lavoro in presenza o full remote? Come in ogni cosa, la verità sta nel mezzo.

Il lavoro agile potrebbe davvero rivelarsi la soluzione migliore, con il rischio di burn out ai massimi storici, una persistente mancanza di fiducia nei lavoratori da parte delle aziende e una progressiva riduzione della capacità di creare innovazione (€).

Oltreoceano si testa il work from anywhere di Spotify, ma permettetemi di sollevare dei dubbi sull’adattabilità di questa metodologia di lavoro alle aziende italiane (e con gli emolumenti italiani).

Di certo il trend del lavoro domestico sta modellando anche alcune abitudini d’acquisto: una di queste è quella nel campo immobiliare, dove la ricerca di immobili ampi in zone periferiche o di campagna e con spazi all’aperto è sempre più frequente rispetto al classico bilocale o trilocale in città.

Ma anche in questo caso preferisco aspettare prima di intonare il de profundis per le grandi metropoli. Negli USA la contro-ubranizzazione pare stia mostrando segni di rallentamento, per esempio.

Insomma, le città non sono morte, e non lo saranno nemmeno dopo la pandemia, come scrive Tommaso Goisis:

Le città hanno una forza attrattiva diversa a seconda del punto da cui le si osserva. Eppure un punto in comune c’è: le città ci attraggono per la loro densità, cioè per la concentrazione di persone in una dimensione spaziale contenuta. Persone che per la maggior parte non conosciamo e che possiamo incontrare casualmente, senza un motivo predefinito. Incontri che possono portare, per esempio, alla nascita di nuove idee, a nuove relazioni, a nuovi lavori, a nuove opportunità. Dal mio personalissimo osservatorio degli ultimi mesi, le connessioni virtuali non potranno mai sostituire la potenza generativa di un incontro di persona. Virtualmente possiamo “mantenere”, oppure possiamo costruire su una base già esistente, difficilmente riusciamo a creare — insieme a delle altre persone — partendo da un foglio bianco. Se, come credo, incontrarsi è necessario per progredire e immaginare un futuro migliore, le città non perderanno la loro forza attrattiva in seguito alla pandemia.

Tu che ne pensi?

🍲 Le ghost kitchen in America sono sempre di più, data driven ed esistono solo sui portali di delivery come GrubHub o DoorDash. Ma anche in Italia si sta diffondendo questo trend con startup che confezionano sotto più virtual brand differenti in un’unica ghost kitchen e consegnano esclusivamente a domicilio.

🖼️ L’arte digitale e gli NFT sono sempre più diffusi. Tecnicamente gli NFT (non fungible tokens) sono una serie di informazioni digitali custodite all’interno di una blockchain che conferiscono al possessore un diritto di proprietà certificabile di un bene digitale. Uno di questi (la GIF del Nyan Cat) è stato venduto per più di mezzo milione di dollari.

💉 È online un calcolatore che ti dice quando potrai essere vaccinato (se lo vorrai). Prendendo in considerazione il tasso di vaccinazione pari a 1.166.000 a settimana e il tasso di copertura vaccinale pari a 70.8%, dovrei ricevere il vaccino tra 6/11/2021 ed il 15/4/2022.

🌴 Il piano del sindaco di Miami è semplice quanto ambizioso: convincere la Silicon Valley a trasferirsi in massa in Florida. E per farlo ha iniziato ad attuare una serie di riforme piuttosto interessanti. Ed ha optato per l’adozione massiva di Bitcoin come forma di pagamento per dipendenti e collaboratori comunali.

💻 Linkedin strizza l’occhio ai freelancers e pensa di fare concorrenza a siti come UpWork e Fiverr.

📈 Questi sono i mega trend tecnologici per l’anno 2021 secondo il fondo di investimenti ARK Invest di Cathie Wood. Ed è disponibile il codice open source su Github utilizzato per valutare le migliori aziende presenti nei loro fondi.

🎙️ Il tone of voice di un sito web o un canale social è fondamentale per instaurare il giusto dialogo con l’utente finale. Questo messaggio può essere analizzato secondo 4 aspetti differenti: humor, forma, rispetto ed entusiasmo.

📖 Veloci, diretti, utili e concisi. Quando si tratta di storytelling, i micro-contenuti stanno diventando quelli più grandi in termini di benefici. E sono quelli più apprezzati soprattutto sui social e da una società ha sempre meno tempo a disposizione e attenzione. Ecco come creare contenuti brevi, social friendly e che lascino il segno.

🧠 Una collezione di framework che ci aiutano a modellare il nostro modo di pensare, con esempi pratici e semplici da digerire ed una guida che ci trasformerà in una vera e propria fabbrica di idee.

✍️ Caslon, Bodoni, Garamond, Baskerville. Sono nomi di vari tipi di caratteri tipografici sì, ma sono anche persone, quelle persone che li hanno creati. E dietro di loro c’è una bella storia da conoscere. A proposito di fonts: questi sono quelli più sostenibili.

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Quill è il tool migliore per comunicare con un team. Raccoglie le conversazioni in thread separati e riduce notifiche e distrazioni. Unisce SMS, Email, Videocall e screensharing. Gratuito per piccoli gruppi.

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Così come i page builder come Elementor hanno dato la possibilità a tutti di creare siti web senza essere programmatori, Kodika promette di fare lo stesso con le app per iOS, in modalità drag & drop.

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Un social network decentralizzato, che ha a cuore la privacy dei propri utenti e dove è possibile guadagnare per ogni contenuto condiviso ricevendo cryptomonete.

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