Ammettilo, almeno una volta ti sarai domandato/a: se avessi evitato di comprare quelle 7 paia di scarpe da Zara e 8 camicie da H&M al mese, forse ora mi sarei potuto/a permettere quella borsa di Louis Vuitton o quelle fantastiche Yeezy?
Sto volutamente esasperando. Ma è un modo di pensare sempre più frequente. Ci stiamo slegando dal concetto di compro-uso-butto anche solo per una volta. Certo, non è colpa nostra: ci hanno abituati così. E diamo sempre la colpa al fast fashion: cresciuto in modo selvaggio negli ultimi anni ha alterato significativamente il panorama mondiale dello shopping, producendo più capi, distribuendo più velocemente su scala globale e incoraggiando ad acquistare a prezzi stracciati cose non sempre necessarie.
Ma un trend si sta riproponendo con forza: quello dei capi di seconda mano e del vintage. Secondo Thredup, si prevede che il valore del mercato dell’abbigliamento di seconda mano salirà dagli attuali 28 miliardi ai 69 miliardi nel 2024, in un mercato che attualmente vale da solo 379 miliardi di dollari.
Sono numeri che fanno quindi vacillare il modello di business caratterizzato dall’abbigliamento economico, usa e getta, proprio di marchi come H&M, Primark o Zara.
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Il second hand è stato a lungo percepito come sciatto e di poco valore, ricercato principalmente dai cacciatori di occasioni o dalle categorie con meno capacità di spesa. Tuttavia questa percezione sta cambiando, grazie anche alla spinta del digitale ed una maggiore consapevolezza dei temi ambientali, e in tanti iniziano a considerare gli indumenti di seconda mano di qualità identica o, in alcuni casi, superiore a quelli nuovi. Parallelamente, cresce il business legato all’acquisto di prodotti vintage e successiva rivendita, soprattutto tra i più giovani (il cosiddetto flipping).
Depop, Vinted, Grailed, TheRealReal, Vestiaire Collective, StockX o Vinokilo sfruttano il trend da intermediari che si occupano della verifica ed autenticazione dei capi, e sono i luoghi dove gli utenti possono trovare marchi luxury come Louis Vuitton, Chanel o Hermès a prezzi più accessibili rispetto al nuovo. In questo video di SkyTg24 viene spiegato il processo di vetting del prodotto usato, portando come esempio l’italiana Lampoo.
Il business è in crescita anche in Italia, soprattutto se si guarda all’online: secondo l’Osservatorio Second Hand Economy condotto da BVA Doxa per Subito.it, gli utenti italiani sono attivissimi sul second hand, un mercato che ha già raggiunto i 24 miliardi di euro.
E la crisi economica dovuta al COVID-19 non fa che accelerare il processo di diffusione. Gli utenti hanno ridotto il loro consumo di articoli considerati non più essenziali come l’abbigliamento e preferiscono acquistare più capi di qualità rispetto a quelli economici e usa e getta.
Non solo l’impatto economico, ma anche quello ambientale: meno dell’1% dei materiali utilizzati per realizzare vestiti viene attualmente riciclato per crearne di nuovi: una perdita annuale di circa 500 miliardi di dollari per l’industria della moda. E circa il 20% dell’inquinamento idrico in tutto il mondo è il risultato delle acque reflue provenienti dalla produzione e dalla finitura dei tessuti. C’è più consapevolezza sull’impatto ecologico derivante dalla produzione e viene richiesto sempre più spesso alle case di moda di incrementare il loro impegno verso la sostenibilità (vedi le certificazioni BCorp).
E i grandi brand non restano insensibili: Levi’s Second Hand o gli stessi Gucci e Burberry (che si appoggiano a TheRealReal) dimostrano come quello della eco-sostenibilità sia diventato un driver importante anche per le più rinomate aziende fashion.
Ancora una volta, la Generazione Z traina il mercato. Sempre dall’indagine Doxa, emerge infatti che è uno dei target più attivi e per il quale il canale online è naturalmente il preferito per vendere e comprare. Il driver di acquisto principale è il risparmio, ma anche la convinzione che il second hand sia un modo intelligente di fare economia e che abbia il minore impatto ambientale possibile.
Dalla home page di Clothest: Scegliere in modo responsabile per l’ambiente: comprare un abito usato invece di uno nuovo è un gesto semplice ed efficace, che aiuta a ridurre gli sprechi causati dal mondo della moda. Insieme, seguendo i principi dell’economia circolare, possiamo fare la nostra parte.
Se una velata critica al fast fashion stava iniziando ad emergere anche prima della pandemia, il Covid-19 ha accelerato definitivamente la diffusione dello shopping di seconda mano e dei modelli di business circolari e sostenibili e portandoli al primo posto nella mente dei consumatori.
🖥️ Dalla Silicon Valley: era prevedibile, certo, ma Facebook pare stia studiando un competitor di Clubhouse. Intanto Shopify sta espandendo il suo gateway di pagamento Shop Pay anche su Facebook e Instagram. Invece Tesla investe nelle crypto, acquistando circa 1 miliardo e mezzo di Bitcoin. E presto anche Apple potrebbe seguirla a ruota.
👔 Cloud architect, social media manager, interior designer, app developer: i lavori tech più ricercati del momento secondo il Corriere.
👜 Ricordi quei pazzi di MSCHF? Ne avevo parlato qui. Bene, il loro ultimo drop sono le Birkinstock. Ossia, un paio di Birkenstock ricavate utilizzando i ritagli di una Birkin (per i profani, una borsa di Hermès che costa circa 30.000€). Ovviamente senza il benestare né di Birkenstock, né tantomeno della maison francese. Ed è per questo che è fantastica.
🛫 L’Osservatorio Innovazione Digitale nel Turismo del Politecnico di Milano ha attestato nel 2020 un calo del 60% (oltre 9 miliardi di euro) della componente digitale del mercato del travel italiano rispetto all’anno precedente. Ma cosa succederà nel 2021? Quali le tendenze? Ecco alcuni trend che si potrebbero riscontrare per i prossimi mesi.
🏈 La settimana scorsa è stata quella del Super Bowl 2021. Inevitabilmente sottotono rispetto agli anni passati, ma ci ha regalato ugualmente delle perle come questa. Se vuoi vedere tutte le pubblicità andate in onda durante la partita. E Sprinklr fa la classifica di quelle più chiacchierate. Carino anche lo show di The Weeknd. Anche se l’half-time show definitivo è questo.
📊 Un framework utile per sfruttare il data visualization applicato allo storytelling. Tradotto: come usare i dati per raccontare una storia.
🛠️ La Guida (con la G maiuscola) ai migliori tools per il Growth Marketing del 2021. Dopo aver intervistato più di 100 marketers, i ragazzi di Demand Curve hanno stilato una lista ciclopica dei migliori strumenti disponibili al momento per Customer acquisition, Engagement, Conversion e Analytics.
🌐 Non-fungible token (NFT) è un termine usato per descrivere un bene digitale unico la cui proprietà è tracciata su una blockchain, come Ethereum. In questa guida viene spiegato cos’è un NFT e perché sarà fondamentale in futuro.
📦 Come riesce Amazon ad organizzare efficacemente decine di migliaia di spedizioni al minuto, in ogni angolo del pianeta? Una overview sulla logistica capillare della creatura di Jeff Bezos.
🎮 Ci sono tante cose che i FAANG sanno fare bene. Tra queste non figurano i videogame. Ecco perché i progetti relativi al gaming di Amazon, Google e co. non hanno avuto il successo sperato.
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