Ciao e buon Venerdì!
A quanto pare la sezione dei link nell’ultima newsletter non è stata apprezzata granché, considerata confusionaria da molti. Bene, torniamo al passato, ordunque.
Come promesso, oggi parliamo di qualcosa di più leggero e giocoso, anzi parliamo proprio di (video)giochi e, nel dettaglio, di quelli che ti fanno portare a casa anche qualche spicciolo: i play-to-earn.
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A presto,
Antonio
Cosa sono i play-to-earn?
Scimmie annoiate del valore di decine di milioni di euro? Difficile razionalizzare l’attuale bolla(?) degli NFT. Tuttavia, dietro tutto ciò si cela una rivoluzione che potrebbe sconvolgere molti settori nei prossimi anni. Ma questo già lo sai.
La next big thing potrebbe riguardare invece il mondo del gaming.
Ogni videogioco ha sempre presentato personaggi, oggetti o mondi generalmente non basati su alcun valore reale poiché non rivendibili o utilizzabili al di fuori di questo contesto. Ma una volta registrati sulla blockchain, questi asset possono essere autenticati e scambiati, aprendo così la strada alla creazione di veri e propri marketplace, all’interno dei quali gli elementi virtuali possono essere acquistati e rivenduti, ottenendo un’immediata gratificazione economica. Quella che prima era considerata una semplice distrazione, si trasforma in un vero e proprio ecosistema basato su Marketability, Retention e Monetization.
Già identificati come una delle tendenze da seguire per il 2022, i play-to-earn (anche chiamati Game-Fi o blockchain games) sono un tipo di videogioco, accessibile da più piattaforme, che consente di ricevere premi sotto forma di token o NFT, che possono essere convertiti successivamente in valuta tradizionale.
Il fenomeno Axie Infinity illustra alla perfezione il nuovo concept: sviluppato in Vietnam, consente di far crescere piccole creature che possono poi essere rivendute o barattate con altri giocatori. Più di un miliardo di dollari sono stati scambiati fino ad ora e migliaia di persone ne fanno la loro principale fonte di reddito.
Axie Infinity si basa sugli Axies, paragonabili ai Pokémon. Ogni battaglia vinta consente di ottenere degli smooth love potion $SLP, token basati su Ethereum, mentre gli Axie Infinity Shard $AXS permettono di partecipare attivamente allo sviluppo del gioco. Quest’ultimo tipo di token infatti, dà la possibilità di partecipare alle decisioni future della casa produttrice, con i token che funzionano proprio come le azioni di una società.
Se questo cambio di paradigma rende il mondo dei giochi più attraente che mai per gamer e investitori, rappresenta una straordinaria opportunità anche per chi i videogame li produce (attraverso la vendita di asset specifici per i loro giochi) e, soprattutto, per i brand.
Per questi ultimi, infatti, il P2E rappresenta un’opportunità epocale: poter fidelizzare i propri clienti, generando nuove entrate e demistificando al contempo l’accesso retail al web3 ed al Metaverso.
I marchi di lusso che hanno rapidamente abbracciato il trend, ora possono integrare spazi di gioco e monetizzare i prodotti di lusso facendoli circolare all’interno del gioco di turno. Sicuramente tra i più attivi Burberry, Balenciaga e, in particolare, Gucci, che ha acquistato un appezzamento di terreno sulla piattaforma The Sandbox e che permette a chiunque di creare un universo virtuale ottenendo ricompense in token. Un’iniziativa che segue il lancio di Gucci Vault, piattaforma dedicata alla proiezione del marchio italiano nel Metaverso, unitamente a quella di un gruppo Discord dedicato.
Tra gli altri P2E da segnalare ci sono Attack Wagon, Liberty Gaming Guild, Crystal Kingdom e Defi Kingdom. Ma è un panorama in continua evoluzione.
Sebbene il play-to-earn sia ancora una nicchia emergente, ha il potenziale per cambiare il modo in cui le persone interagiscono e percepiscono le strutture socio economiche tradizionali come le istituzioni finanziarie, i mercati e i governi. Questo perché i giochi P2E forniscono un concetto di sistema finanziario auto-sovrano, un’economia aperta e una rappresentazione di proprietà digitale universale che si presta a un’ampia varietà di ambienti digitali emergenti, e nuove forme di creazione di valore.
Anzi, sembra che i giochi play-to-earn stiano guidando una tendenza sempre più ampia: la crescente convergenza tra mondo fisico e digitale.
Come esseri umani, diamo valore agli oggetti e alle esperienze che viviamo in un mondo e in un momento in cui a quegli oggetti è stato assegnato un valore dalla società. Il Metaverso segna il momento in cui alle risorse digitali, alle esperienze e alle relazioni viene assegnato un valore ancora più grande del nostro ambiente fisico. Non è semplice fare propria questa mentalità, per me in primis.
Ma per molte persone, dagli Stati Uniti alle Filippine, questa transizione potrebbe essere appena iniziata.
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