Ciao a tutte e tutti,
Nell’ultimo episodio del podcast di Hacking Creativity, Edoardo e Federico hanno parlato di tante cose belle. Di freelancing, di app pazzesche, di newsletter e di LetMeTellIt. Grazie per la menzione, ragazzi!
Intanto ti ricordo che puoi sempre partecipare al programma di referral, invitando amici, colleghi e familiari. A te non costa nulla, anzi ci guadagni pure. Trovi i dettagli alla fine della mail. Se invece questa newsletter ti ha stancato, puoi disiscriverti in qualsiasi momento. Non hard feelings, promesso.
A presto,
Antonio
Questo influencer non esiste
Conosci Lil Miquela? Con 3.1 milioni di followers su Instagram, è tra le influencer virtuali più celebri al momento, tanto da attirare l’attenzione di riviste di moda e brand di lusso. Creata da Brud, una startup con sede a Los Angeles, ha già collaborato con Prada, Calvin Klein e Dior, e nel 2018 è stata nominata dal Time come una delle 25 persone più influenti del web. Ora è anche impegnata nel sociale, sostenendo cause come #blacklivesmatter o quelle a favore delle comunità LGBTQ+. La più seguita in assoluto è invece Lu do Magalu, brasiliana, che può vantare quasi 6 milioni di follower su Instagram, mentre sul gradino più basso del podio c’è un’altro brasiliano, Casas Bahia, con 3 milioni di seguaci. Non mi spiego questa fissa dei carioca per gli influencer virtuali. Comunque…
Questi avatar dall’aspetto umanoide, sono generati artificialmente con la tecnica iper-realistica del CGI (Computer Generated Imagery), possono essere disponibili 24 ore su 24, 7 giorni su 7, vivono una vita immaginaria e possono mostrarsi sui social, promuovendo qualsiasi prodotto. Seppur virtuali, ben 35 di loro sono riusciti recentemente ad ottenere la spunta blu su Instagram.
Volendo osservare il fenomeno con la lente d’ingrandimento di un marketer, questo tipo di influencer offre alcuni vantaggi. Secondo Hype Auditor, sono quasi tre volte più coinvolgenti rispetto ad uno in carne ed ossa, il quale dovrebbe pubblicare quasi quattro volte più post per restare al passo di quelli digitali. Un altro aspetto da considerare è che eventuali difetti e debolezze, sono pressoché assenti, così come le gaffe da PR. Un personaggio creato ad hoc, fa esattamente quello che vuoi che faccia, in qualsiasi momento e circostanza, e non può certo danneggiare la tua attività o la sua reputazione con scivoloni mediatici (ehm, vero, Will?).
Dietro gli avatar si celano community manager, giornalisti, creative agency o marketer. I più celebri guadagnano oltre 7.000 dollari per singolo post ed il target principale sono le femmine di età compresa tra i 18 e i 34 anni (44,76%).
Louis Vuitton è stato il primo luxury brand a scommettere su una musa virtuale nel 2016, nell’ambito della campagna “Serie 4“. La lista dei protagonisti, comunque, è in continuo aumento, ed ora anche noi possiamo vantare Nefele, la prima 100% Made in Italy.
Oltre ai vantaggi, anche tante preoccupazioni. Innanzitutto, gli influencer digitali non sono in grado di produrre storie emotive, essenziali su un social media. Gli utenti vogliono poter condividere le proprie esperienze ed emozioni, e potersi relazionare davvero con chi seguono. Come può verificarsi ciò con soggetti che non possono provare rancore, tristezza, felicità o spensieratezza?
Un altro aspetto da considerare è l’influenza che un avatar può esercitare sui propri follower: gli utenti più deboli come i giovani, potrebbero essere indotti a pareggiare una forma di perfezione tale che non può essere raggiunta nella realtà, portandoli così alla frustrazione e alla depressione. Alla mancanza di autenticità, si deve sommare anche quella di trasparenza. Essi sono infatti considerati spesso inappropriati a promuovere prodotti e servizi che non sono nemmeno in grado di testare.
È anche vero che nel prossimo futuro, sempre più brand pubblicizzeranno prodotti sotto forma di NFT, e per farlo, cosa c’è di meglio di influencer nati concettualmente già all’interno del Metaverso?
In conclusione, è difficile predire come si svilupperà questo trend. Stiamo entrando in una nuova era del marketing, dove tutto sta mutando molto rapidamente, forse troppo. Ad oggi, gli influencer virtuali sono gestiti da agenzie ed esseri umani, ma il prossimo passo potrebbe essere rimuovere l’intervento umano e rendere questi robot indipendenti e autonomi sfruttando l’intelligenza artificiale. E questo è sia eccitante che preoccupante.
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Alts è la più grande community di investitori dedicata agli asset alternativi. Nella sua newsletter settimanale, puoi imparare tutto ciò che devi sapere sulle opportunità di investimento fuori dai soliti radar: dagli NFT ai diritti musicali, dai vini ai cimeli musicali e molto altro. (in inglese)
News
- Clubhouse è uno dei pochissimi servizi digitali occidentali non ancora censurato in Russia, e che si sta trasformando in un luogo di incontro per gli attivisti russi no-war.
- Apple sul podio degli Oscars: per la prima volta in assoluto, un film prodotto da un servizio di streaming, Coda, vince il premio di miglior film. Intanto, sempre l’azienda di Cupertino, starebbe lavorando ad un modello di abbonamento in subscription per iPhone, secondo Bloomberg.
- Metaverso e web3 potrebbero rappresentare la nuova frontiera della creator economy.
- Sono in arrivo una serie di restrizioni e divieti per i colossi tecnologici come Google, Meta, Apple o Amazon, ma anche Booking o Alibaba. L’obiettivo, nelle parole di Andreas Schwab , è limitare gli abusi di potere e promuovere una concorrenza più sana.
Learn
- L’intelligenza artificiale potrebbe aiutarci a filtrare per noi variabili che potrebbero non essere in linea con la nostra strategia o il nostro volere, di fronte alle troppe scelte che ci paralizzano ogni giorno. Dal blog di ObliqueAI.
- La non convenzionale correlazione tra esoterismo e marketing, secondo l’Indiscreto.
- Un’altra guida pantagruelica di Demand Curve: questa è su come creare una landing page veramente efficace.
- Il nuovo iPhone. Una borsa Gucci. Uno Swatch x Omega. Come se fossimo sincronizzati artificialmente, i nostri desideri si fondono con quelli del nostro stesso gruppo sociale. Desideriamo ciò che desiderano altri esseri umani. In altre parole, i nostri sono mimetic desires.
Trends | Stats
- Dal report di Auditel: a Gennaio, il 90,3% della popolazione tra i 18 e i 74 anni (38 milioni e 954 mila) ha navigato da smartphone.
- Secondo l’analisi di Adolescent Content, è emerso come solo l’8% della Generazione Z si senta pienamente rappresentata dal marketing di oggi.
- Questo invece il report di Bain & Company per Depop, su come la Gen Z sta rivoluzionando il mondo del business.
- Cosa sono i Zero Party Data e perché saranno fondamentali nel contesto del marketing del futuro.
Tools
Open Source Alternatives
Non è proprio un tool ma, come si evince dal nome, un aggregatore di alternative Open Source ai soliti strumenti e applicazioni SaaS che utilizzi ogni giorno. In alcuni casi sono cose da nerd, in altri soluzioni gratuite con le quali puoi sostituire gli strumenti più conosciuti.
TheHustle
Non è proprio un tool (parte seconda). Se Refind è una delle mie fonti preferite per scovare nuove risorse o link, non è da meno la newsletter di TheHustle. Gli approfondimenti della domenica poi, sono dei veri e propri must. Fun fact: la mia newsletter è nata inizialmente cercando di essere una scopiazzatura italiana, ovviamente senza successo.
Forever Domains
Un dominio sulla blockchain. Lo acquisti una volta e non ci pensi più. Per sempre tuo. Forever, appunto. Nessun rinnovo. Zero. Nisba. E ciascun dominio che acquisti è anche un NFT.
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Sondaggio settimana scorsa: il 47% di voi non trova eccitante né il mondo crypto, né il Metaverso, che invece ottengono rispettivamente il 35% e 19% dei voti.
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